Soldi troppo in nero: una compagnia Europea paga a gli guerriglieri

KIEV, 08-Nov-2016 — /EuropaWire/ — “Giornalisti contro la corruzzione e illegittimità” – un gruppo di giornalisti-investigatori Ucraini – ha comunicato dei documenti compromettenti che si sono trovati a loro disposizione e confermano la collaborazione della compagnia europea Flame SA con La Repubblica Popolare di Donetsk (RPD) – organizzazione a riconoscimento limitato che ha preso la territoria al Est d’Ucraina sotto suo controllo.

Il documento sopracennato è un contratto a consegna di 72 000 tonnellate di carbone tra Flame SA e la miniera “Jdanivska” che si trova nel territorio non controllato al Est d’Ucraina. Questo territorio, anche come tutte le imprese localizzate, sono conrollati dai ribelli filorussi della stessa RPD. Intanto, tali relazioni commerciali devono essere regolati proprio dalla legislazione Ucraina: l’impresa, anche stando al territorio non controllato, deve pagare le tasse al bilancio statale, poiché è registrata al territorio d’Ucraina e si trova li stesso.
Però, dopo l’inizio di azioni militari nel 2014, molte compagnie della regione hanno dichiarato della nuova registrazione, iniziando a pagare le tasse al bilancio della autodichiarata RPD.

Praticamente, questo è il diritto finanziameno degli guerriglieri. In mezzo a tali “sponsor” – la sopracennata miniera “Jdanivska” che a sua volta riceveva i soldi dalla europea Flame SA.

A quale base la Flame SA acquistava il carbone proprio in questa miniera e perché non ha trovato una fonte alternativa per le consegne di questa materia prima – resta l’incognita. I rappresentanti della compagnia non hanno risposto ne a una domanda dei giornalisti ucraini.

Tra le altre cose, il sito web della Flame SA è inaccessibile, per questo non risulta possibile avere dei commeti ufficiali della compagnia su quest’affare.

Il Servizio di Sicurezza d’Ucraina (SSU) si è già interessato del fatto del presente contratto – per adesso solo nella parte di rinvio a giudizio penale del direttore della miniera “Jdanivska”, il signore Ruslan Dubovskiy. È accusato di esecuzione delle operazioni illegali d’esportazione con Flame SA e una serie di altre compagnie allo scopo di “fininziamento del terrorismo” (clausola 258-5, parte 1 del Codice Criminale d’Ucraina). Al presente, l’indagine del SSU su quest’affare continua.

Ma non è l’unico “buco” della compagnia Flame SA. Secondo i dati dei giornalisti ucraini, la compagnia in violazione delle sanzioni internazionali ha dei rapporti commerciali con un’altra miniera – “Zarechnaya”, che si trova nella Federazione Russa. Questa miniera è l’attivo della compagnia “Uralvagonzavod” che a sua volta sta nella lista delle compagnie sottomesse alle sanzioni degli Stati Uniti e Unione Europea.

Flame SA e le sue filiali F-Chem SA e Brando International sono situati allo stesso indirizzo in Svizzera. L’attività principale della compagnia è la ricerca e consegna del carbone energetico, coke di petrolio e coke mettallurgico. Flame SA esercita commercio in tutto il mondo, il suo capitale impiegabile è 1 milione di franchi svizzeri. E non è una sorpresa, considerando i volumi degli acquisti e il profitto ricevuto.

Ovviamente, i fondatori della compagnia Alessandro Ballerini, Luca Ferrari e Fabrizio D’Adamo non vogliono perdere lo stato e la fiducia dei clienti, per questo non ostentano la sua attività commerciale non sempre legale. E le forze dell’ordine non faranno cerimonee con complici dei guerriglieri armati. Tali affari contraddicono non solo la legislazione ucraina ed europea, ma le basi morali e la concorrenza sana.

E per concludere. “Finanziamento dei guerriglieri” è un delitto, in questo caso – contro l’integrità d’Europa e l’Ucraina come sua parte. Certo, i limiti del onore e onestà nel mondo sono smarriti da tanto tempo, ma il carbone dalla RPD è una merce troppo “nera” e sporca che va lontano oltre i confini di questi limiti.

Fonte: www.prukraine.com/chernaya-pribyl-za-chto-evropejskaya-kompaniya-daet-dengi-boevikam

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